Il Casco moto. Un italiano lo ha inventato.

Il Casco moto. Un italiano lo ha inventato.

Il casco moto è un dispositivo di protezione fondamentale  e ormai obbligatorio per tutelare l’incolumità dei motociclisti. Ma la storia di questa invenzione, e soprattutto del suo inventore, è ancora poco conosciuta. Si tratta di una storia italiana, quella di Luciano di Lello, che parte dall’Abruzzo per arrivare a Parigi. 

Ripercorriamone le tappe. 

Dall’Abruzzo a Parigi

Luciano di Lello nasce 20 giugno 1876 a Villa Santa Maria (Chieti), un piccolo paesino dell’Abruzzo.

Intraprende il mestiere del calzolaio e si specializza nel cuoio decidendo poi di emigrare a Parigi, dove la sua maestria lo porta ad aprire una piccola bottega e poi a lavorare con il Teatro dell’Opera, per il quale confeziona le scarpe dei ballerini. Una carriera luminosa per un immigrato italiano.

Due eventi legati all’invenzione del casco

Durante la sua vita due eventi che sicuramente stimolano la creatività di Luciano.

Il primo, tragico, è la morte del figlio investito accidentalmente da un tram a cavallo. Il secondo è l’amicizia nata con il noto motociclista Alessandro Anzani.

Forse per reazione al destino del figlio, forse anche grazie agli scambi con Anzani, Di Lello mette a punto un dispositivo di protezione integrale con visiera rigida,  realizzato in doppio strato di cuoio con molle tra i due strati, proprio per proteggere la testa dalle cadute in moto.

Il casco moto “Lucien”

E Lucien è proprio il nome del casco per i francesi nei primi anni del 900, in onore del suo inventore, che ha una grande diffusione anche tra piloti famosi (Anziani, Clement, Jenatzy,  Guignard). 

La Francia decide anche di insignire Di Lello con la medaglia d’oro al suo genio, riconoscente per un’invenzione davvero importante per la sicurezza delle persone, che ha salvato la vita anche al pilota Guignard, dopo una rovinosa caduta durante una corsa. 

Di Lello porta avanti il suo mestiere a Parigi fino al 1912, anno della morte. Dopo tanti anni nell’oblio e senza alcun riconoscimento anche da parte dello Stato Italiano, questa storia, che si va ad aggiungere a tante altre di genialità tutte italiane, sta piano piano riemergendo. 

Il casco, dopotutto, fa parte della nostra quotidianità ed è davvero un dispositivo che ha salvato e continua a salvare tantissime vite.

Grazie Luciano.

Il casco moto è un dispositivo di protezione fondamentale  e ormai obbligatorio per tutelare l’incolumità dei motociclisti. Ma la storia di questa invenzione, e soprattutto del suo inventore, è ancora poco conosciuta. Si tratta di una storia italiana, quella di Luciano di Lello, che parte dall’Abruzzo per arrivare a Parigi. 

Ripercorriamone le tappe. 

Dall’Abruzzo a Parigi

Luciano di Lello nasce 20 giugno 1876 a Villa Santa Maria (Chieti), un piccolo paesino dell’Abruzzo.

Intraprende il mestiere del calzolaio e si specializza nel cuoio decidendo poi di emigrare a Parigi, dove la sua maestria lo porta ad aprire una piccola bottega e poi a lavorare con il Teatro dell’Opera, per il quale confeziona le scarpe dei ballerini. Una carriera luminosa per un immigrato italiano.

Due eventi legati all’invenzione del casco

Durante la sua vita due eventi che sicuramente stimolano la creatività di Luciano.

Il primo, tragico, è la morte del figlio investito accidentalmente da un tram a cavallo. Il secondo è l’amicizia nata con il noto motociclista Alessandro Anzani.

Forse per reazione al destino del figlio, forse anche grazie agli scambi con Anzani, Di Lello mette a punto un dispositivo di protezione integrale con visiera rigida,  realizzato in doppio strato di cuoio con molle tra i due strati, proprio per proteggere la testa dalle cadute in moto.

Il casco moto “Lucien”

E Lucien è proprio il nome del casco per i francesi nei primi anni del 900, in onore del suo inventore, che ha una grande diffusione anche tra piloti famosi (Anziani, Clement, Jenatzy,  Guignard). 

La Francia decide anche di insignire Di Lello con la medaglia d’oro al suo genio, riconoscente per un’invenzione davvero importante per la sicurezza delle persone, che ha salvato la vita anche al pilota Guignard, dopo una rovinosa caduta durante una corsa. 

Di Lello porta avanti il suo mestiere a Parigi fino al 1912, anno della morte. Dopo tanti anni nell’oblio e senza alcun riconoscimento anche da parte dello Stato Italiano, questa storia, che si va ad aggiungere a tante altre di genialità tutte italiane, sta piano piano riemergendo. 

Il casco, dopotutto, fa parte della nostra quotidianità ed è davvero un dispositivo che ha salvato e continua a salvare tantissime vite.

Grazie Luciano.

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