Una delle alternative attraverso le quali un paese come l’Italia potrebbe trovare parte della sua indipendenza energetica è il biometano. Andiamo allora a vedere cos’è, come si produce e i vantaggi che può portare in futuro.
Il biometano: cos’è e da dove deriva
Il biometano è un gas che contiene almeno il 95% di metano ed è prodotto da fonti rinnovabili. Attraverso un processo biologico complesso, che avviene in assenza di ossigeno (digestione anaerobica), le sostanze organiche (biomasse, ovvero i rifiuti) vengono trasformate in biogas. Dal biogas raffinato e purificato si ottiene il biometano.
Questo vuol dire che molti dei rifiuti che produciamo (di fogna, zootecnici, alimentari, da giardinaggio) e di cui diventa sempre più difficile lo smaltimento, possono essere trasformati in energia.
Se l’utilizzo del biometano si è inizialmente concentrato per la produzione di energia elettrica in loco, potendo essere utilizzato nei veicoli bi/dual fuel e quelli a gas, in Nord Europa si sta rafforzando anche il suo utilizzo come combustibile per il trasporto.
Al pari del tradizionale metano, il biometano si può immagazzinare in stato compresso e in stato liquido ed, grazie a questa seconda possibilità, è ormai possibile superare anche i limiti preesistenti in termini di efficienza dei veicoli, soprattutto per quanto riguarda il traffico pesante.
I vantaggi del biometano
Indubbi sono i vantaggi dell’utilizzo del biometano. In termini di impatto ambientale si abbattono sia le emissioni CO2 sia quelle di particolato; si previene l’emissione di gas che deriverebbe dalla naturale decomposizione dei rifiuti non trattati e, come tutti i biocarburanti avanzati, non impatta negativamente la produzione alimentare.
Infine, a determinate condizioni, gli scarti della produzione possono essere utilizzati come fertilizzante in sostituzione di quelli chimici.
Tutto questo rientra perfettamente nei parametri di quella che viene definita Circular economy e il suo sviluppo ci aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo sul consumo dei biocarburanti che dovrà essere del 10% entro il 2020.
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