Brexit e l’effetto che fa su auto e carburante

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A poco più di un mese dal referendum Brexit, ci si chiede cosa è cambiato e cosa sta cambiando. Anche il settore dell’auto e quello dei carburanti non può fare a meno di indagare, cercando di prevenire, gli effetti negativi legati all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

Dati ACEA: i volumi immatricolati si attestano così a 8.090.870 unità

Secondo i dati diffusi da ACEA, a giugno le immatricolazioni di auto ammontano a 1.507.303 unità, in rialzo del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Nel primo semestre dell’anno, i volumi immatricolati si attestano così a 8.090.870 unità, vale a dire il 9,1% in più rispetto a gennaio-giugno 2015. Poco più della metà rispetto all’incremento delle immatricolazioni italiane (+11,9%). Il primo semestre consolida comunque una crescita in tutti i principali Paesi, con percentuali importanti per Italia (+19,2%) capace di superare per la prima volta il milione di immatricolazioni dal 2011, e Spagna (+12,5%), seguite da Francia (+8,3%), Germania (+7,1%) e Regno Unito (+3,2%).

Secondo Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Il risultato del Regno Unito (-0,8%), probabilmente il primo effetto negativo della Brexit, intacca negativamente anche il risultato dell’Ue, mentre l’Italia rallenta l’inerzia della propria corsa rispetto ai mesi scorsi e si ferma a un pur lusinghiero +11,9%.

L’incremento del settore automotive di quest’anno non trova corrispondenze con la gran parte degli indicatori di crescita del nostro Paese, per questo più che da una ripresa del sistema Paese il nostro settore è mosso da fattori interni e congiunturali: dalle massicce campagne di promozione messe in campo da case e concessionari e finalmente da una minore pressione dei costi di mantenimento e utilizzo. Infatti, il prezzo del carburante incide per circa il 15-20% in meno sulle tasche degli automobilisti italiani rispetto a due anni fa, a fronte di una pressione fiscale che almeno è rimasta inalterata”.

Brexit e carburanti: cosa cambia?

In realtà, come è noto, sul prezzo del carburante incidono tanti altri fattori, da quello dei costi di raffinazione alle accise. Ad ogni modo per fine luglio la situazione rimane stazionaria.

Ecco di seguito le media dei prezzi, al 24 luglio, comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta su circa 13mila impianti:

  • Benzina Self Service: a 1,449 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,427)
  • Benzina Servito: a 1,549 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,468)
  • Diesel Self Service: a 1,298 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,275)
  • Diesel Servito: a 1,400 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,315)
  • Gpl: a 0,538 euro/litro (+0,1 cent, pompe bianche 0,521)
  • Metano: a 0,979 euro/kg (-0,1 cent, pompe bianche 0,970)

Queste le quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo alla chiusura di venerdì: benzina a 300 euro per mille litri (-6), diesel a 306 euro per mille litri (-10, valori arrotondati).

A poco più di un mese dal referendum Brexit, ci si chiede cosa è cambiato e cosa sta cambiando. Anche il settore dell’auto e quello dei carburanti non può fare a meno di indagare, cercando di prevenire, gli effetti negativi legati all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

Dati ACEA: i volumi immatricolati si attestano così a 8.090.870 unità

Secondo i dati diffusi da ACEA, a giugno le immatricolazioni di auto ammontano a 1.507.303 unità, in rialzo del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Nel primo semestre dell’anno, i volumi immatricolati si attestano così a 8.090.870 unità, vale a dire il 9,1% in più rispetto a gennaio-giugno 2015. Poco più della metà rispetto all’incremento delle immatricolazioni italiane (+11,9%). Il primo semestre consolida comunque una crescita in tutti i principali Paesi, con percentuali importanti per Italia (+19,2%) capace di superare per la prima volta il milione di immatricolazioni dal 2011, e Spagna (+12,5%), seguite da Francia (+8,3%), Germania (+7,1%) e Regno Unito (+3,2%).

Secondo Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Il risultato del Regno Unito (-0,8%), probabilmente il primo effetto negativo della Brexit, intacca negativamente anche il risultato dell’Ue, mentre l’Italia rallenta l’inerzia della propria corsa rispetto ai mesi scorsi e si ferma a un pur lusinghiero +11,9%.

L’incremento del settore automotive di quest’anno non trova corrispondenze con la gran parte degli indicatori di crescita del nostro Paese, per questo più che da una ripresa del sistema Paese il nostro settore è mosso da fattori interni e congiunturali: dalle massicce campagne di promozione messe in campo da case e concessionari e finalmente da una minore pressione dei costi di mantenimento e utilizzo. Infatti, il prezzo del carburante incide per circa il 15-20% in meno sulle tasche degli automobilisti italiani rispetto a due anni fa, a fronte di una pressione fiscale che almeno è rimasta inalterata”.

Brexit e carburanti: cosa cambia?

In realtà, come è noto, sul prezzo del carburante incidono tanti altri fattori, da quello dei costi di raffinazione alle accise. Ad ogni modo per fine luglio la situazione rimane stazionaria.

Ecco di seguito le media dei prezzi, al 24 luglio, comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta su circa 13mila impianti:

  • Benzina Self Service: a 1,449 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,427)
  • Benzina Servito: a 1,549 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,468)
  • Diesel Self Service: a 1,298 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,275)
  • Diesel Servito: a 1,400 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 1,315)
  • Gpl: a 0,538 euro/litro (+0,1 cent, pompe bianche 0,521)
  • Metano: a 0,979 euro/kg (-0,1 cent, pompe bianche 0,970)

Queste le quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo alla chiusura di venerdì: benzina a 300 euro per mille litri (-6), diesel a 306 euro per mille litri (-10, valori arrotondati).

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