L’aria condizionata dell’auto ha il “potere” di rendere confortevole l’abitacolo di un veicolo, soprattutto quando arriva l’estate e le temperature esterne superano i 30°C. Tuttavia, quando entra in funzione, incide direttamente sui consumi del veicolo. Per questo motivo, è di fondamentale importanza usufruirne con moderazione. In questo articolo, esploreremo quanto consuma effettivamente il condizionatore di un’auto e come prendersene cura per far sì che lavori sempre al massimo delle sue potenzialità.
Quanto consuma l’aria condizionata auto?
L’aria condizionata prende l’energia necessaria al suo funzionamento dal motore del veicolo, di conseguenza ha un impatto sulle prestazioni e sul consumo del mezzo. La potenza cala di circa 2/3 KW, quindi per mantenere la stessa velocità che si aveva prima della sua accensione è necessario accelerare un po’, con un conseguente aumento del consumo di carburante.
In linea generale, quando si utilizza l’aria condizionata, è possibile stimare un consumo aggiuntivo di circa il 10%. Questo valore, però, è generico, poiché varia in base alla temperatura selezionata e alla presenza di eventuali dispersioni termiche all’interno del mezzo.
Più si consuma e più si alzano le spese di gestione dell’auto, in particolar modo del carburante. Per tale motivo, può essere utile seguire alcune semplici regole che aiutano a ottimizzare l’uso dell’aria condizionata dell’auto:
- in estate, prima di attivare il condizionatore, è bene iniziare a rinfrescare l’abitacolo abbassando i finestrini;
- non attivare l’aria condizionata subito alla massima potenza, iniziando con un livello basso;
- aspettare di essere in marcia da almeno un paio di minuti prima di azionare il condizionatore;
- non selezionare mai una temperatura che sia più bassa di 5/6°C rispetto a quella esterna;
- iniziare a spegnere il condizionatore quando mancano circa 15 minuti alla destinazione, l’interno del mezzo resterà comunque fresco;
- evitare di utilizzare l’aria condizionata per tutti i tragitti il cui tempo di percorrenza è inferiore ai 10 minuti, poiché l’impianto in così poco tempo non riesce a raggiungere una temperatura adeguata, sprecando solo benzina;
- preferire l’abbassamento dei finestrini al condizionatore quando si viaggia entro i 50 Km/h.
Ogni quanto effettuare i controlli
Prima di tutto, è molto importante ricordare che l’intero impianto di climatizzazione dei veicoli è formato da quattro elementi principali, che lavorano in sinergia fra di loro:
- il compressore;
- il condensatore;
- la valvola di espansione;
- l’evaporatore.
Queste componenti sono collegate fra loro all’interno di un circuito chiuso in cui circola un refrigerante, che ha la capacità di trasferire in maniera efficiente il calore. Quando questo elemento rinfrescante entra nel compressore, ne aumenta sia la pressione che la temperatura fino a 80 °C. A questo punto, il gas fluisce attraverso il condensatore, dove viene raffreddato e si condensa in liquido. Dopodiché, il refrigerante viene prima filtrato per eliminare eventuali impurità e umidità, poi circola attraverso la valvola di espansione. Qui la sua pressione diminuisce e, una volta entrato nell’evaporatore, ritorna alla sua forma gassosa, assorbendo il calore presente nell’aria circostante, oltre che raffreddando e deumidificando l’interno del veicolo.
Questo tipo di sistema viene considerato efficiente quando il suo refrigerante si trasforma al 100% in liquido quando esce dal condensatore e in gas quando va fuori dall’evaporatore. Se si presentano delle anomalie all’interno di questi processi, potrebbe ridursi drasticamente la destrezza dell’intero sistema nell’abbassare la temperatura interna dell’abitacolo. Anche la presenza di umidità può essere un problema: formando ghiaccio, ostruendo la valvola di espansione e compromettendo l’efficienza dell’intero sistema.
Per far sì che l’intero impianto dell’aria condizionata resti efficiente, è buona regola sottoporlo annualmente a dei controlli. Un esame approfondito, infatti, può essere utile per diversi motivi, fra cui:
- rabboccare il gas refrigerante nel caso in cui si stesse esaurendo;
- pulire o sostituire i filtri;
- accertarsi che tutte le componenti del sistema siano in buone condizioni.
Come si ricarica l’aria condizionata dell’auto
Il bisogno di effettuare una ricarica all’aria condizionata dell’auto può insorgere diversi anni dopo l’acquisto del veicolo. A volte, può essere necessario effettuare questo rabbocco già dopo 3/4 anni di utilizzo, mentre in altri casi può passare un intervallo di tempo più ampio.
In linea generale, la frequenza con cui si rende necessario un refill dipende dalla condizione in cui volge il sistema di climatizzazione, più precisamente dallo stato delle tubature e dei raccordi. È bene tenere presente, infatti, che le vibrazioni generate dalla marcia su carreggiate dissestate possono allentare questi elementi, generando una potenziale perdita di gas refrigerante. Per tale motivo, è altamente consigliato portare annualmente il proprio veicolo da un meccanico professionista, in modo tale che possa effettuare un’analisi completa dello stato dell’impianto di climatizzazione.
Sebbene solo i professionisti specializzati in aria condizionata siano in grado di confermare o meno la necessità di effettuare una ricarica del sistema, un veicolo può segnalare la mancanza di gas refrigerante nei seguenti modi:
- l’aria che fuoriesce dal condizionatore è più calda rispetto alla temperatura impostata;
- il flusso d’aria emesso è a temperatura ambiente.
In poche parole, un impianto di aria condizionata che ha bisogno di una ricarica può sembrare operativo, ma effettivamente non riesce a riprodurre la temperatura desiderata.
Una corretta manutenzione e una ricarica periodica dell’impianto dell’aria condizionata sono fattori fondamentali per far sì che un sistema rimanga efficiente nel tempo.